Alcune indicazioni sull'impiego clinico dell'elettromiografia

A cura di :
Dott. F. Ferracci, Dott. G. Moretto 
U.O.A. di Neurologia, Ospedale “San Martino”

A.S.L. n. 1 - Belluno

Che cos'è Cosa fare di fronte ad un paziente sintomatico?
Come si esegue Quando è indispensabile ?
A cosa serve Quante volte può essere ripetuta ?
   

Che cos’è l’elettromiografia (EMG)?

L’EMG è una metodica diagnostica che fa parte del settore della Neurofisiologia Clinica. Comprende l’analisi mediante ago-elettrodo dell’attività muscolare a riposo e durante attivazione volontaria (EMG propriamente detta) e lo studio della conduzione nervosa, motoria e sensitiva (Elettroneurografia).

 

Come si esegue l’EMG?

L’EMG è una pratica invasiva. L’analisi ad ago viene effettuata su singoli muscoli, prevalentemente degli arti, dei quali si valuta l’attività elettrica a riposo e durante attivazione massimale. Nel soggetto normale, dal muscolo a riposo non deve essere registrata alcuna attività bioelettrica, mentre durante la contrazione massimale si deve osservare il progressivo reclutamento di Potenziali di Unità Motoria (PUM) fin al raggiungimento del quadro di “Interferenza”, nel quale i singoli PUM non sono più riconoscibili l’uno dall’altro (Fig. 1).

Fig. 1. Quadro EMG di sofferenza neurogena registrato dal muscolo Deltoide dx in un paziente con radicolopatia C5 da ernia discale. Alla contrazione volontaria massimale sono evidenti Singole Oscillazioni – potenziali di unità motoria che non raggiungono il livello di interferenza.

L’elettroneurografia misura la velocità di conduzione motoria (VCM) e sensitiva (VCS) dei singoli tronchi nervosi stimolati con scosse elettriche applicate in 1 o più punti lungo il decorso dei nervi. L’effetto dello stimolo elettrico è la comparsa di potenziali d’azione motori (MAP) o sensitivi (SAP) dei quali si calcolano la latenza e l’ampiezza (Fig. 2).

Fig. 2. Conduzione motoria del nervo Mediano in una paziente con neuropatia demielinizzante. Sono evidenti il rallentamento della Velocità di Conduzione Motoria (VCM) nel tratto sopragomito-polso e l’incremento del tempo di conduzione distale motoria (6.3 ms dal polso all’elettrodo registrante posto sull’abduttore breve del pollice). Non vi è sofferenza assonale giacchè l’ampiezza dei potenziali motori è normale

La velocità di conduzione è data dal rapporto tra lo spazio dal punto di stimolazione a quello di registrazione e il tempo impiegato dall’impulso nervoso a percorrerlo.

Esistono infine metodiche “speciali” quali la stimolazione ripetitiva per le sindromi miasteniche, o lo studio dell’onda F o del riflesso H.

A cosa serve l’EMG?

Lo studio EMG permette di documentare la presenza di anomalie funzionali dei nervi, delle radici, dei muscoli o delle giunzioni neuro-muscolari (sindromi miasteniche). Una neuropatia spesso è caratterizzata da diminuzioni della VCM o della VCS; l’ampiezza dei MAP e dei SAP può essere normale o ridotta. La combinazione di questi reperti permette di distinguere l’interessamento prevalente del rivestimento mielinico (neuropatie demielinizzanti) dalla sofferenza delle fibre nervose (neuropatie assonali)(Fig. 3).

Fig. 3. Biopsia di nervo Surale di paziente affetto da vasculite che mostra grave perdita assonale in uno dei due fascicoli.L’esame neurofisiologico in questo caso è aspecifico e mostra aspetti sia di sofferenza assonale, con bassa ampiezza dei potenziali motori e sensitivi, sia di sofferenza mielinica con riduzione delle VDC.

Una radicolopatia compressiva da ernia discale, invece, può produrre un quadro di denervazione nei muscoli innervati da quella radice, esaminati con l’ago-elettrodo. Alcuni ortopedici o neurochirurghi basano su questi reperti il loro giudizio di operabilità di un’ernia discale.

Nelle miopatie (Fig. 4), sia degenerative che infiammatorie, infine, si osservano vari quadri di alterazione specifici. Nella miastenia gravis, una condizione indotta da anticorpi contro la placca motrice, la stimolazione ripetitiva di un nervo a 3 c/s produce la cosidetta risposta elettrodecrementale, ossia un MAP di ampiezza progressivamente decrescente. 

Cosa fare di fronte ad un paziente con una probabile malattia dei nervi periferici, delle radici nervose, dei muscoli o della giunzione-neuromuscolare?

Inviare il paziente a visita neurologica. Un’attenta valutazione semeiologica, infatti, permette di:

a.       riconoscere i sintomi e i segni suggestivi di sofferenza nervosa tronculare o radicolare, muscolare o della placca motrice;

b.      programmare il percorso (protocollo) diagnostico più appropriato (esami ematochimici, esami radiologici, EMG, rachicentesi, biopsia nervosa o muscolare);

c.       intraprendere provvedimenti terapeutici adeguati.

Fig. 4. Biopsia muscolare di soggetto affetto da distrofia oculofaringea. Si osserva: atrofia delle fibre muscolari, alcuni “rimmed” vacuoli e aumento del connettivo endomisiale.Lo studio EMG mostrava solo aspecifici aspetti miopatici con MUP piccoli e pattern interferenziale di bassa ampiezza.

Quando l’EMG diventa indispensabile? Può essere un’accertamento da eseguire con urgenza?

Nella pratica clinica quotidiana l’EMG va eseguita urgentemente solo in poche condizioni. Tra queste la poliradicolonevrite demielinizzante, acuta (sindrome di Guillain-Barrè) o cronica, nella quale l’indagine elettromiografica è di primaria importanza sia nella formulazione della diagnosi che della prognosi. Si tratta, tuttavia, di patologie la cui sintomatologia e storia naturale sono tali per cui il paziente afferisce precocemente allo specialista neurologo che decide di conseguenza modi e tempi di esecuzione dell’esame.

In tutti gli altri casi l’EMG è sempre un complemento della clinica. In particolare nelle neuropatie da intrappolamento (sindrome del Tunnel Carpale, intrappolamento dell’Ulnare al gomito, compressione dello Sciatico Popliteo Esterno al capitello peroneale…) l’EMG permette di accertare l’esatto punto di compressione del nervo, una volta che la clinica abbia posto il sospetto diagnostico.

 

Quante volte può essere ripetuto l’EMG?

Una volta accertato il danno nervoso o muscolare mediante EMG, il follow-up è lasciato all’osservazione clinica. In una lesione traumatica di un nervo o di un plesso nervoso, può essere utile monitorare a intervalli di mesi un processo di reinnervazione, consapevoli, però, che la ripresa funzionale di un distretto si valuta altrettanto efficacemente con l’esame clinico. Il ripetuto monitoraggio EMG di condizioni cliniche quali la neuropatia diabetica, alcolica o uremica, le radicolopatie compressive o le sindromi dolorose croniche è del tutto ingiustificato, a meno che non venga eseguito nell’ambito di trials terapeutici o di protocolli di ricerca.