ONTANO
L'Ontano nero è un tipico albero che s'accompagna ai corsi d'acqua e,
in genere, ai luoghi fangosi e forse per questo motivo molti autori ritengono che il
termine latino Alnus derivi dal celtico "al lan" che significherebbe "stare
presso le rive". Questa sua facile reperibilità , associata al fatto che il suo
legno tende ad indurirsi quando rimane a lungo sommerso in acqua, ne fece, tra gli
antichi, l'albero preferito per costruire le palafitte. Poi, al trascorrere dei secoli, si
caricò di significati simbolici. Fu considerato l'albero della vita dopo la morte, per la
proprietà del legno di divenire d'un rosso arancione molto vivo appena venga tagliato.
Omero lo narra come albero della resurrezione e lo colloca nell'Odissea a fianco della
grotta della ninfa Calipso.
Assieme all'Ontano nero (Alnus glutinosa Gaertner), va ricordato che vivono spontaneamente
in Italia altre tre specie del genere Alnus. L'Ontano bianco (Alnus incana Moench),
diffuso sulle alluvioni fluviali del centro-nord, l'Ontano verde (Alnus viridis
(Chaix)DC), tipico dei pendii alpini dove ristagna la neve e battono le valanghe, e
l'Ontano napoletano (Alnus cordata (Loisel.)Desf.), frequente nei boschi montani delle
regioni meridionali.
Alto fino a 30 e più metri, a portamento rotondeggiante o piramidale, l'Ontano nero è un robusto albero che si lascia facilmente riconoscere per una foglia e per dei frutti molto caratteristici.
La
foglia è largamente ovata e spesso rotondeggiante, irregolarmente seghettata ai margini
e, questo è un carattere ben evidente, sprovvista di una vera punta o, più spesso,
smarginata e rientrante all'apice. La pagina superiore è di un bel verde scuro e lucido,
quella inferiore più chiara, un po' opaca e provvista di ciuffi di peli rossastri nella
biforcazione delle principali nervature. Il secondo elemento che rende inconfondibile
quest'albero è il frutto, tipico nella forma e generalmente presente secco sui rami per
tutti i mesi dell'anno. E' una specie di "falsa pignetta" legnosa, dal diametro
di 1,5-2 cm circa, che si forma durante l'estate dopo la fecondazione del fiore femminile.
I fiori maschili, invece, sono raggruppati in ciuffi di amenti penduli agli apici dei
rami. Vengono preparati dalla pianta già in autunno, trascorrono l'inverno chiusi e
compatti, e iniziano a gonfiarsi, ad aprirsi e a produrre copiosamente il polline, ben
prima della fogliazione, a febbraio-marzo in pianura e, poche settimane dopo, in collina e
montagna.
L'Ontano nero è un albero largamente diffuso in tutte le regioni italiane. Copioso nelle
pianure alluvionali, popola tutte le zone collinari e si spinge in montagna fino ad
altitudini attorno ai 1600-1700 metri. Predilige stare con le radici in terreni inzuppati
o quantomeno profondi ed argillosi e, per tal motivo , è un tipico abitatore delle rive
fangose di fiumi, ruscelli, fossati, laghi ed acquitrini.
E'
un albero rustico e frugale e, per le sue attitudini ecologiche, ha trovato anche largo
impiego nel restauro ambientale, soprattutto nel consolidamento di scarpate umide ed
ombrose. Il legno, per la sua proprietà già ricordata di indurirsi in acqua, è
tutt'oggi ricercato per lavori idraulici. E' invece alterabile all'aria e trova modesto
impiego sia come combustibile che come materiale da tornio o falegnameria. La corteccia,
ricca di tannino, si usava con vantaggio nella concia delle pelli.
Interessanti anche, in epoche passate pre-industriali, le capacità tintorie: la
corteccia, macerata con limatura di ferro, dava un bel nero ricercato per i feltri dei
cappelli; germogli e corteccia, diversamente lavorati, potevano invece dare un bel colore
giallo vivo.