GLI ACARI DELLA POLVERE

Dott. R Muzzolon, Dott. A Sernagiotto, Dott. G. D'Ambros

Divisione di Pneumolgia - U.L.S.S. n. 1 - Belluno

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INDICE

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Introduzione

Classificazione

Morfologia

Riproduzione

Distribuzione

Acari minori

Alimentazione

Digestione

Fisiologia della produzione di allergeni       

Ecologia

Prevenzione

 

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Non si vedono, non si sentono, non pungono, ma sono con noi a migliaia, a milioni. Sono gli Acari della polvere, una delle principali cause di allergia respiratoria (nella Provincia di Belluno sono responsabili del 47 % della patologia allergica respiratoria).

Che la polvere di casa contenesse allergeni che causano l'asma fu suggerito per la prima volta nel 1921. Tuttavia, la relazione fra acari ed allergia alla polvere di casa venne stabilita in modo definitivo solo nel periodo dal 1962 al 1969 grazie agli studi di Voorhorst, Spieksma-Boezeman M.I.A. e Spieksman F.Th.M.

Gli acari sono fra gli esseri viventi più antichi sulla terra; essi possono vivere e crescere in ambienti differenti come le piante, i fiori, gli animali, l'uomo, la terra, sui laghi e sull'acqua salata, nelle case e nei rifiuti organici, nei materassi, nei libri etc.

Gli acari sono piccoli artropodi, appartenenti a diverse specie. Le specie che sono in modo particolare correlate all'asma sono collettivamente chiamate "acari della polvere di casa", poichè hanno il loro habitat permanente nell'ambiente domestico.
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Classificazione                                                              
Indice

Gli acari fanno parte del phylum degli artropodi in quanto possiedono un esoscheletro ed hanno le appendici suddivise in articoli. Hanno piccole dimensioni, circa 0,5 mm e la loro più cospicua caratteristica è una riduzione nella segmentazione del corpo, proprietà fondamentale degli altri artropodi. Si distinguono dagli insetti perché gli adulti possiedono otto zampe invece di sei. I tentativi per dare alla Zoologia una buona classificazione degli acari sono numerosi e, pur essendo ancora oggetto di controversia, possono essere classificati come segue:

ORDINE

FAMIGLIA GENERE SPECIE
Pyroglyphus africans
Euroglyphus maynei
Pyroglyphydae pteronyssinus
Dermatophagoides farinae

Astigmata

microceras
Acarus siro
Acaridae Tyrophagus putrescentiae
Thyreophagus entomophagus
Glycyphagidae Glycyphagus domesticus
Lepidoglyphus destructor


Morfologia                                                                                                             Indice

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Le loro dimensioni sono di circa 200-300 micron, cioè all'incirca 1/4 di millimetro, per cui non possono essere visti ad occhio nudo, ma soltanto con una forte lente di ingrandimento o, meglio, al microscopio. Il maschio è leggermente più piccolo della femmina.
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La dura pelle chitinosa è translucida consentendo agli organi interni e all'emolinfa di impartire un aspetto complessivamente bianco-cremoso al corpo, con qualche chiazza isolata giallo pallido. Le aree sclerotizzate, quali le zampe e la testa degli adulti completamente sviluppati, sono decisamente più pigmentate con un colore rosso-bruno che spicca sul resto del corpo. L'aspetto più sorprendente ed esteticamente piacevole della pelle è la presenza di un disegno scolpito che assomiglia a quello delle impronte digitali.

L'acaro della polvere è privo di una vera testa; la parte anteriore del corpo o gnatosoma funge da apparato buccale, oltre ad avere funzioni di presa e sensoriali.

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Apparato buccale

Tegumento

Gli occhi sono assenti e nonostante non vi siano degli evidenti recettori luminosi, gli acari della polvere sono estremamente fotofobici e diventano molto animati alla ricerca di recessi bui quando sono esposti alla luce.

Riproduzione                                                            
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Gli acari sono a sessi separati; il dimorfismo sessuale è spesso accentuato ed anche se vi sono alcune eccezioni, la riproduzione è per via sessuale. Gli organi sessuali possono presentare strutture assai complesse, specialmente nei maschi, in cui si riscontra sempre la presenza di un organo detto pene, di forma diversa nelle differenti specie. Il pene nel caso più semplice ha la forma di un cilindretto protetto durante il riposo da una guaina membranosa.

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Organi genitali maschili

Organi genitali femminili

L'apertura genitale femminile (vagina) è in posizione ventrale ed assume la funzione di organo adibito alla deposizione delle uova (ovoporo). La vagina tramite l'utero quando esiste, assieme alle ovaie, comunicano con la borsa copulatrice, che è posta ventralmente, o, come negli Astigmati, dorsalmente al di sopra dell'ano. La borsa copulatrice è costituita dal vestibolo o apertura della borsa copulatrice, da un sottile canale e dal ricettacolo seminale. Il vestibolo si apre all'esterno e tramite il canalicolo comunica con il ricettacolo seminale. Il maschio attratto da ferormoni prodotti dalla femmina, durante l'accoppiamento depone lo sperma nel vestibolo della femmina. Lo sperma raggiunge il ricettacolo seminale e da qui le ovaie dove feconda le uova, che giunte a maturazione vengono deposte una per volta ed in un numero variabile da specie a specie. Dalle uova dopo alcuni giorni escono le larve esapode, che attraverso varie mute si trasfomano in ninfe ottopodi: protoninfa, deutoninfa, tritoninfa ed adulto .
In alcuni acari fra lo stadio di protoninfa e di tritoninfa s'intercala uno stadio eteromorfo detto hypopus. Esistono due forme di hypopus: una attiva dotata di movimenti, che si attacca ad altri artropodi, mammiferi, uccelli e da essi viene trasportata, consentendo la diffusione della specie; una inerte che è alquanto o completamente priva di movimenti, frequentemente rimane racchiusa nella cuticola della protoninfa e può essere trasportata dal vento. L'hypopus rappresenta uno stadio di sviluppo che è in grado di resistere a condizioni ambientali sfavorevoli, come bassa umidità e relativa assenza di nutrimento, per settimane o mesi, per poi riprendere il suo sviluppo normale quando cessano le avverse condizioni. L'hypopus inerte si forma in alcuni acari del genere Acarus, Glycyphagus, Lepidoglyphus,ecc.

L'intero ciclo da uovo ad adulto si compie in 2-3 settimane. Gli adulti hanno una vita media di 2-4 mesi (circa 80 giorni per i maschi e 160 giorni per le femmine di dermatofagoidi); durante questo periodo di vita hanno uno o due accoppiamenti, dopo i quali la femmina depone complessivamente 20-50 uova.
L'acaro della polvere può tollerare un'ampia variazione di temperatura da circa 0 gradi centigradi sino a circa 30 gradi, con l'optimum attorno ai 20-25 gradi. L'umidità ambientale è più importante della temperatura, e c'è una ridotta tolleranza alle variazioni : l'optimum di umidità relativa è attorno al 75% con uno scostamento massimo di +/- 10%. Mentre la maggior parte delle abitazioni a riscaldamento centralizzato con tutta probabilità mantiene una temperatura ideale costante, l'umidità relativa è generalmente inferiore al 65% rendendo questo tipo di abitazioni meno attraenti per l'acaro di quanto sia generalmente ritenuto.
Va ricordato, comunque, che gli acari sono molto resistenti anche a condizioni disagiate, per cui sono stati ritrovati anche in alta montagna (fino a quote di 4500 metri, soprattutto in condizioni di temperatura e di umidità relativamente elevate) ed in regioni polari (Groenlandia, Antartide). Si è visto, ad esempio, che per sterminare il D.farinae è necessaria un'esposizione protratta per almeno 48 ore a -18°C, mentre per eliminare il D. pteronyssinus occorre un'esposizione di almeno 6 ore a -50°C .


Distribuzione                                                                  
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Gli acari si sviluppano in quei luoghi della casa che forniscono loro una sorgente di cibo e riparo, come i tappeti e i materassi.La struttura fibrosa e cellulare di questi ambienti permette agli acari di accumulare acqua e ridurne le perdite.Lo sviluppo numerico dei Dermatofagoidi nelle polveri domestiche risente notevolmente dei fattori igienico-ambientali e climatici, per cui varia in maniera considerevole la loro concentrazione nella polvere nelle diverse abitazioni ed anche nei singoli ambienti di una stessa abitazione (in linea di massima, comunque, si ritrovano maggiormente nelle camere da letto). Le concentrazioni di Dermatofagoidi possono, quindi, variare da 10 a 1000 e più per ciascun grammo di polvere.

Acari minori.        Accanto al Dermatophagoides pteronissynus e D. farinae (cosiddetti "acari maggiori"  perchè responsabili della maggior parte delle manifestazioni allergiche) vi sono moltissime specie  di acari minori (così detti in quanto costituiscono, in genere, meno del 10% della popolazione acaridica totale delle polveri domestiche), alcune delle quali sono dotate di attività allergenica. Di questi acari minori, molti dei quali sono i cosiddetti "acari delle derrate" ("storage mites"), i più importanti dal punto di vista allergologico sono:
• Acarus siro ("acaro delle farine"), il cui habitat preferenziale è rappresentato da farine e da cereali, per cui è di costante rinvenimento neimulini e nei silos, oltre che dalla crosta dei formaggi, su cui forma spesso una caratteristica polverina bianca, la cosiddetta "camola".
• Lepidoglyphus destructor, che si ritrova soprattutto nei fienili, nei granaie, in genere, negli ambienti dove si conservano derrate alimentari (salumi, cereali, etc.). Una delle sue caratteristiche è la capacità di resistere a basse temperature.
• Tyrophagus putrescentiae, presente, in particolare, nei prosciutti, per cui viene anche chiamato "acaro del prosciutto crudo". Si rinviene in grande quantità nei locali adibiti alla stagionatura dei prosciutti, ma anche nei caseifici (un altro habitat è costituito dal formaggio), nei magazzini e nei negozi di alimentari, nei silos (in quanto può infestare grano ed altri cereali), nelle coltivazioni di funghi, etc.
• Glycyphagus domesticus, che deve il suo nome al fatto che predilige per la sua alimentazione le sostanze zuccherine, per cui è di frequente riscontro nei prodotti dolciari, ma anche nei formaggi, nel grano e nelle farine e, quindi, si ritrova nei negozi di alimentari e nelle cucine delle abitazioni. E' curioso ricordare che questo acaro si sposta da un luogo all'altro con grande velocità rispetto ad altri acari, per cui viene definito "acaro sportivo".
• Gohieria fusca, presente nelle derrate alimentari ed in vari cereali. Deveessere rilevato che è l'unico acaro minore che si ritrova nei materiali letterecci (materassi, cuscini, etc.) e di imbottitura, oltre che nelle sedie impagliate.

Alimentazione                                                                                             
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La dieta degli acari consiste di
-scaglie di pelle umana
-funghi che crescono sulla pelle umana
-muffe
-corpi e frammenti di insetti (ad es. scarafaggi)
-granuli pollinici
-batteri
-polvere domestica che contiene quanto sopra

Digestione                                                                                                        
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L' Apparato digerente è costituito da tre parti: a) intestino anteriore che comprende la faringe e l'esofago, deriva dallo stomodeo e quindi dall'ectoderma. b) intestino medio che si suddivide in intestino tenue anteriore e posteriore. Da esso di originano dei diverticoli ciechi; la sua derivazione embrionale è endodermica. e) intestino posteriore o terminale che comprende l'intestino terminale anteriore e l'intestino terminale posteriore.Quest'ultimo sbocca all'esterno tramite l'ano, situato nella parte ventrale e posteriore dell'opistosoma, raramente è terminale. L'origine dell'intestino posteriore è ectodermica. Alcuni acari sono privi di ano e quindi l'intestino posteriore è cieco, per cui l'alimento viene digerito ed assorbito senza espulsione di residui fecali. La digestione è intracellulare, almeno nella parte anteriore dell'intestino tenue. Brody ha notato che nel Dermatophagoides farinae può avvenire una digestione extracellulare a livello dell'intestino tenue posteriore, dove il bolo alimentare viene avvolto da una delicata membrana epiteliale detta membrana peritrofica. Il bolo così ricoperto si muove verso l'intestino tenue posteriore e viene espulso dall'ano sotto forma di pallottole fecalidi diametro 10-40 micron.

Fisiologia della produzione degli allergeni                                                            
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Esistono diverse vie attraverso cui gli acari possono secernere ed espellere sostanze IgE-leganti: deposizione uova; secreti delle ghiandole della muta e di quelle genitali; enzimi digestivi e guanina contenuti nelle feci.
Attualmente sembra che non vi siano prove che le uova possano essere una fonte di allergeni della polvere. Le secrezioni ghiandolari come sorgente di allergeni sono un aspetto della chimica delle secrezioni che deve essere ancora studiata con maggior approfondimento. Chapman nel 1980-82 purificò un allergene del D.pt di natura glicoproteica e lo chiamò antigene P. Tovey et al nel 1981 stabilirono che tale antigene è presente in grande quantità nelle feci degli acari, e che il 75% delle IgE dei sieri di persone allergiche al D.pt, erano dirette contro questo allergene, classificato come allergene maggiore. Si ritiene che nella polvere ambientale si possano rinvenire fino a 100.000 particelle fecali/grammo di polvere; una certa quantità di queste particelle, variabile soprattutto a seconda della ventilazione, è aerosospesa e può essere inalata. Oltre l'80% degli allergeni degli acari si ritrova in particelle aerotrasportate di diametro superiore a 10 micron.
A questo punto veniva posta la domanda relativa alla sorgente ed al meccanismo di formazione di questo allergene. Le ipotesi avanzate sono state: un prodotto della digestione del cibo; una sostanza sintetizzata nel tratto gastrointestinale; un prodotto di escrezione secreto nel canale alimentare.
Thompson nel 1988 ha cercato di rispondere a queste ipotesi giungendo a queste conclusioni: le particelle fecali non contengono Der P 1 fino al 14° giorno del ciclo vitale dell'acaro, quindi l'ipotesi che esso sia un prodotto della digestione del cibo veniva a cadere. La seconda ipotesi era la più attendibile, anche perché Stewart aveva dimostrato mediante reazioni con anticorpi fluorescenti, che questi allergeni erano contenuti nelle cellule dello stomaco. I fattori che controllano la sintesi e la secrezione di questa sostanza di natura enzimatica, non sono tuttavia ancora conosciuti.

Ecologia                                                                                                           
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Studi sulla distribuzione geografica e stagionale degli acari in vari ecosistemi della casa, ha dimostrato che i Piroglifidi sono ubiquitari. Nella casa essi si trovano in varie nicchie, tra cui: sistema letto, tappeti, divani, poltrone, mobili imbottiti e vestiario. In questi ecosistemi gli acari trovano le condizioni ambientali idonee alla loro vita: temperatura, Umidità Relativa, presenza di nutrimento rappresentato dalla desquamazione della cute umana e residui di alimenti. Il numero di acari infestanti è maggiore nei centri rurali che nelle zone urbane, in zone tropicali rispetto a quelle temperate.
In questi ultimi 50 anni sono avvenuti parecchi cambiamenti nella costruzione e nell'arredamento delle case dei paesi più ricchi, che avrebbero determinato una maggiore proliferazione di acari. Alcuni esempi: l'uso dell'aspirapolvere consente di mantenere i tappeti nella stanza, a differenza di quando venivano sbattuti all'aria aperta; la più diffusa presenza del riscaldamento nelle abitazioni, ha portato anche in inverno la temperatura a valori ottimali per lo sviluppo degli acari; umidificazione dell'aria interna nei micro-ambienti per mantenere valori fra 50 e 70%; ridotta ventilazione per diminuire la dispersione del calore, con conseguente aumento della umidità. La presenza degli acari aumenta fra Maggio ed Ottobre e diminuisce fra Dicembre ed Aprile, mentre la concentrazione degli allergeni è massima fra Luglio e Dicembre e minore fra Aprile e Maggio. Si ipotizza che il D. pteronyssinus sia più diffuso nelle regioni più fredde ed umide e che, viceversa, il D. farinae lo sia nelle regioni più calde ed asciutte.
Gli acari tendono a scomparire nelle case di alta montagna quando l'altitudine supera i 1600 metri. Anche nei materassi degli ospedali gli acari sono quasi assenti; pulizia,disinfezione continua, aerazione e cambio frequente della biancheria sono i fattori che combattono con più efficacia la presenza degli acari. La dimostrazione che le feci degli acari sono ricche dell'allergene Der p 1 ha spostato l'attenzione dagli acari alle feci, ed ha posto il problema di determinare il potere allergizzante dei microambienti. Infatti difficilmente gli acari e loro detriti sono presenti in sospensione nell'aria, mentre particelle fecali con diametro intorno a 10 micron si trovano abbastanza frequentemente disperse nell'aria.
Quando l'aria è in quiete la concentrazione degli allergeni è inferiore a 1 ng/metro-cubo, mentre raggiunge valori di 20 ng/metro-cubo durante i lavori domestici e ancor più con l'uso dell'aspirapolvere. Dato che esiste una correlazione fra livello degli aeroallergeni ed incidenza delle manifestazioni allergiche, è importante conoscere la soglia al di sopra della quale gli allergeni contenuti nella polvere sono in grado di scatenare la sintomatologia. Da prove eseguite da vari autori è stato stabilito che tale soglia corrisponde rispettivamente a 2 pg di Der p 1 per g di polvere, che equivale a 0,6 mg di guanina /g di polvere od a 100 acari/g di polvere.
Per ottenere questi valori è fondamentale l'applicazione scrupolosa e costante delle norme igieniche di prevenzione.

Prevenzione                                                                                                            Indice

La profilassi ambientale resta il caposaldo della battaglia all'allergia agli Acari.Un'accurata bonifica igienico-ambientale deve comprendere: aerazione frequente degli ambienti in modo da ridurre l'umidità al di sotto del 50%; rimozione accurata della polvere dai pavimenti e dai mobili con aspiratore elettrico munito di microfilitri che ne evitino la successiva dispersione e panno umido (ottimale sarebbe l'eliminazione di tappeti e moquette); rimozione di tendaggi pesanti e loro sostituzione con tende lavabili; eliminazione di altri ricettacoli di povere (scaffali di libri, giocattoli di péluche, ecc). Non va infine dimenticato che anche gli animali domestici possono essere portatori di Acari.
Particolare attenzione va posta al letto. Queste le cinque regole d'oro per limitare la convivenza notturna con i silenziosi "ragnetti":
1) Sostituzione dei materassi e dei cuscini di lana o di piume con altri in gommapiuma o poliuretano da rinnovare comunque ogni 2-3 anni;
2) Rivestimento dei materassi e dei cuscini con "federe" anti-Acaro in cotone a trama spessa e pellicola sintetica;
3) Esposizione all'aria e al sole di materassi, cuscini e biancheria;
4) Pulizia della superficie esterna dei materassi e dei cuscini, in particolare in corrispondenza delle cuciture dove maggiore è la concentrazione degli Acari;
5) Lavaggio frequente, anche bisettimanale, ad alta temperatura di tutta la biancheria da letto.

Estremamente utile per la bonifica ambientale è l'impiego degli acaricidi e dei denaturanti degli allergeni degli Acari da spruzzare periodicamente sui materiali di imbottitura, sui tappeti o sulla moquette. Tra i molti in commercio, ricordiamo per la loro affidabilità, i prodotti contenenti benzilbenzoato, alcool benzilico e acido tannico, miscele di tensioattivi e acidi organici naturali. A questi si è aggiunto recentemente , come insetticida, un derivato sintetico del piretro .
Di discreta utilità risultano i depuratori d'aria con filtri spessi e gli ionizzatori.
Per chi è particolarmente pignolo e vuole verificare l'efficacia del trattamento, ecco infine un Kit "fai da te" di facile esecuzione in grado di fornire una valutazione indiretta della concentrazione di Acari rilevando la presenza delle sostanze azotate da loro escrete . Una striscia di carta reattiva immersa in un campione della polvere di casa miscelato con un apposito reagente cambia colore in relazione alle diverse concentrazioni di Acari.
E' il caso di dirlo. Gli strumenti per rendere agli Acari una…vita difficile sono ormai alla portata di tutti.